Meglio dormirci sopra

Gestire il sonno è una delle capacità di una leadership efficace ed orientata ai risultati.

Il XXI secolo vede le imprese affrontare nuove sfide. La prima di queste è la velocità del cambiamento che aumenta, sono molti anni che lo diciamo ma continua ad essere vero tanto che mi succede di sorridere quando ritrovo questa affermazione in documenti di parecchi lustri fa. Il secondo argomento in agenda di tutti è la rivoluzione digitale che ha cambiato e continuerà a cambiare le regole del gioco nel mondo degli affari ma anche nella vita personale, un solo dato per tutti: il flusso di informazioni disponibili per ciascuno di noi cresce del 40% all’anno. Questo significa che nel 2020 ci piomberanno addosso 30 volte le informazioni che riceviamo oggi.

La terza sfida riguarda il basso coinvolgimento delle persone in azienda, una ricerca di Tower Watson del 2014 dice che la percentuale di dipendenti coinvolti attivamente negli obiettivi aziendali non supera il 40%. Naturalmente quindi le imprese si chiedono quale leadership sia in grado di affrontare questo tema e vengono proposti modelli di vario tipo che hanno in comune il fatto di rifuggire dal capo che crea tensione, che genera stress. Una coach inglese, Sue Coyne, propone il modello delle 3H: il leader ideale persegue la felicità (Happy), la salute (Healthy) ed il successo (High performance), facendo attenzione a definire il successo come piacersi, fare cose che piacciono, farle in un modo che piace anche agli altri.

La felicità è un tema decisamente impegnativo da affrontare in una pagina, vorrei quindi riflettere sulla salute e sul benessere in generale che unanimemente è riconosciuto come un fattore vitale in un ambito dove, al contrario, è frequente sentir parlare di ore di lavoro eccessive, di pressione sui risultati, di conflitti permanenti, di stress distruttivo. Un leader deve curare la salute del suo cervello innanzitutto non smettendo mai di apprendere, uscendo dalla sua zona di comfort e affrontando cose nuove che non sa fare. Le nostre capacità mentali si giovano anche grandemente dell’esercizio fisico e di una alimentazione equilibrata ed attenta, le raccomandazioni su questi due aspetti sono note e trattate in tutti gli ambiti da quelli scientifici a quelli più divulgativi, tuttavia chi poi pratica quanto raccomandato è ancora una minoranza.

La consapevolezza è un elemento che si sta affermando come una delle capacità centrali di un leader efficace, l’essere presente ed attento momento per momento favorisce l’ascolto degli altri, una comunicazione coinvolgente, la concentrazione e la creatività. Il multitasking e la connessione continua 24 ore su 24 sono pericoli reali tanto che la mindfulness è entrata nelle aziende e vi sono incontri dedicati a come gestire tutti gli strumenti che la tecnologia ci offre senza farcene travolgere. Tuttavia il fattore più trascurato è il riposo ed il sonno in particolare, considerato a torto una perdita di tempo.  Esiste l’opinione che sia possibile comprimere il tempo dedicato al dormire per produrre di più, in nome della produttività e della necessità di risposte veloci si allungano gli orari di lavoro, si saltano i pasti. Francesco Peverini, medico e docente che si occupa da oltre 20 anni di disturbi del sonno, ci segnala nel suo bel libro dal pessimo titolo “E’ facile dormire se sai come farlo” che 17 ore di veglia prolungata provocano variazioni del livello di attenzione pari a quelli che si hanno dopo aver bevuto a digiuno due bicchieri di vino, quando la veglia sale a 20 ore i bicchieri  diventano quattro (per la legge americana si è ubriachi) con potenziali modificazioni nel parlare, nell’attività motoria, nella memoria, nei processi decisionali e nell’applicarsi alla soluzione di problemi complessi. Dormire 4-5 ore per notte per una settimana lavorativa influenza significativamente attività quali comprendere un contesto in rapida evoluzione, immaginare soluzioni innovative a particolari problemi, valutare il rischio anticipando le possibili conseguenze, operare processi decisionali su temi complessi.

Arianna Huffington nel suo libro “The sleep revolution” uscito di recente, parla di una vera e propria crisi della cultura della deprivazione del sonno che ha caratterizzato le scorse decadi testimoniata, per esempio, dalle oltre 5.000 app che appaiono nell’Apple Store ricercando la parola “sleep”. Secondo l’autrice la rivoluzione rappresentata dalla riappropriazione del sonno sarà in grado di modificare non solo la vita degli individui ma addirittura il mondo in cui viviamo.

Il leader quindi deve aver cura di sé per poter essere efficace in azienda questo è testimoniato da numerose ricerche scientifiche ma anche dalla saggezza popolare che a fronte di una decisione complessa ci ricorda che è “meglio dormirci sopra”.

Enrico Perversi

 

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su La Rivista, mensile della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera.

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